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Magazine Intelligenza Artificiale: l'IA è più di quello che appare

Magazine Intelligenza Artificiale: l'IA è più di quello che appare

Sasha Stiles: l’io si dissolve e si moltiplica nell’algoritmo

Sasha Stiles e la poesia.

Qual è la differenza tra un artista e le persone comuni? Forse sta nel modo di guardare le cose. Se la maggior parte di noi vedesse questa sequenza – 01110000 01101111 01100101 01110011 01101001 01100001 – penserebbe a un errore di sistema. O a qualcuno che si è addormentato sulla tastiera. Per quasi tutti quella stringa di 0 e 1 non significa nulla. Ma se Sasha Stiles, poetessa e artista digitale di New York, vede quegli stessi numeri, ci legge la parola “poesia”. Ha creato un font chiamato Cursive Binary che traduce versi in codice binario. Il risultato sono ghirigori che sembrano scarabocchi digitali, ma sono letteralmente poesie tradotte in linguaggio macchina. È l’inizio di un esperimento che la porterà a fondere completamente la sua identità con quella di un’intelligenza artificiale.

L’alter ego si chiama Technelegy

All’inizio voleva tenere le cose separate. Stiles aveva creato due font: uno per i suoi versi, l’altro per quelli scritti con l’IA che aveva allenato. Il confine tra umano e macchina doveva restare chiaro. I suoi pensieri e gli algoritmi, con il tempo, si sono intrecciati e sovrapposti. Impossibile distinguerli. L’alter ego che ne è uscito si chiama Technelegy. Un cyborg creativo nutrito di prompt, dati, memorie letterarie da Saffo ai surrealisti. A un certo punto la domanda viene da sé: quando un’IA impara a scrivere esattamente come te, chi è l’autore? Per Stiles il linguaggio è sempre stato una tecnologia. Come la metallurgia, la tessitura. Solo che adesso è la più avanzata che abbiamo. Lei ha mescolato la propria voce con quella di un Large Language Model che ha imparato a scrivere come lei.

Un poema che si riscrive ogni ora

Al Museum of Modern Art di New York c’è “A Living Poem”, fino alla primavera 2026. Un poema che si riscrive ogni sessanta minuti su uno schermo. Dal Cursive Binary ai versi normali, dialoga con opere della collezione del museo. Una poesia che cambia forma di continuo. I surrealisti facevano scrittura automatica, i dadaisti giocavano con combinazioni casuali. I Large Language Models fanno una cosa simile ma amplificata.

Verso un’umanità aumentata

Dietro c’è una visione precisa. Portare un’esistenza dentro una macchina super intelligente. L’idea intriga Stiles, lo dice chiaro. È uno degli obiettivi del transumanesimo, usare la tecnologia per spingere l’essere umano oltre i limiti biologici. Il suo Humanifesto è una dichiarazione d’amore per l’immaginazione umana e una speranza con la finalità di collaborare con un’intelligenza cibernetica per evolvere verso un’umanità nuova. Questa visione l’ha allontanata dall’editoria tradizionale troppo resistente alle innovazioni. Ha trovato invece spazio nella moda, nelle fiere d’arte, negli NFT. Technelegy non sostituisce l’umano. Esplora cosa succede quando i due si fondono, quando non capisci più dove finisci tu e dove inizia l’algoritmo.

Leggi l’intervista completa “”Io e il mio alter ego, ibridati dall’IA” “ su La Stampa.

Immagine ricavata dalla pagina Instagram ufficiale dell’artista Sasha Stiles.

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