L’Antitrust italiano ha deciso di alzare il tiro contro Meta: mercoledì 26 novembre l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha aperto un procedimento d’urgenza per presunto abuso di posizione dominante contro la società di Mark Zuckerberg. L’indagine era già partita a luglio, quando l’Agcm aveva contestato l’integrazione forzata di Meta AI dentro WhatsApp senza il consenso degli utenti. Nel frattempo, però, Meta ha introdotto una novità significativa: ha modificato le regole della piattaforma vietando a tutti i chatbot concorrenti di operare su WhatsApp.
Sebbene sia ormai risaputo di come WhatsApp non sia più già da qualche anno un’app per scambiarsi messaggi, oggi offre anche diversi servizi aziendali. Difatti, mentre nello stato di cose attuale diverse società di intelligenza artificiale avevano creato canali attraverso i quali gli utenti potevano chattare con assistenti virtuali come ChatGPT, Copilot di Microsoft o Perplexity, direttamente dentro l’app senza scaricare nulla, a marzo 2025 Meta ha lanciato il proprio assistente Meta AI e il 15 ottobre ha cambiato le regole: le aziende che offrono chatbot come servizio principale non possono più usare WhatsApp, imponendo tale divieto a partire dal 15 gennaio 2026. Il risultato, dunque, è che i 37 milioni di utenti italiani di WhatsApp si ritroveranno con una sola opzione, ossia Meta AI.
Per l’Agcm questo comportamento potrebbe violare l’articolo 102 del Trattato UE, che vieta alle aziende dominanti di schiacciare i rivali, in quanto l’autorità teme che gli utenti si abitueranno a Meta AI e, quando l’indagine si concluderà entro dicembre 2026, potrebbero non avere ormai più interesse a cambiare.
Leggi l’articolo completo L’Antitrust contro Meta, aperto un procedimento cautelare per abuso di posizione dominante su Wired.
Immagine generata tramite DALL-E 3. Tutti i diritti sono riservati. Università di Torino (08/04/2025).

