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Magazine Intelligenza Artificiale: l'IA è più di quello che appare

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IA e identità: Floridi e la nuova antropologia digitale

immagine astratta che rappresenta la conoscenza

All’interno di “Orbits – Dialogues with Intelligence”, ciclo di incontri dedicato al rapporto tra tecnologia e cultura organizzato a Milano, il filosofo Luciano Floridi ha presentato una tesi centrale: l’IA ha “divorziato” la capacità di agire dall’intelligenza. Come ha spiegato il professore di Yale, un sistema di IA può vincere a scacchi senza essere intelligente, un’impresa impossibile per un essere umano. Questo scollamento sta già ridisegnando il lavoro e la produzione e lo spazio intorno a noi, dove macchine non antropomorfe agiscono in ambienti progettati appositamente per loro.

Questa rivoluzione, viene collata da Foridi in un quadro storico ben più ampio. Il filosofo la paragona alle grandi “detronizzazioni” del pensiero – da Copernico a Freud – che hanno spostato l’uomo dal centro del mondo. Oggi, nella rivoluzione digitale, diventiamo “soggetti di dati”, la cui identità oscilla tra analogico e digitale. Ci troviamo così di fronte a una nuova “antropologia filosofica”, ad una necessità di ripensare chi siamo e il nostro posto nell’infosfera.

La conclusione di Floridi è ottimista e propositiva. L’eccezionalità umana risiede nel nostro essere un “glitch bello della natura”. L’IA è allo stesso tempo una sfida e un’opportunità senza precedenti. Il nuovo paradigma non è la mimesi, bensì la “poiesi”, la creazione. Possiamo passare dal semplice “copia e incolla” a un vero design del futuro, riscrivendo attivamente il “libro della natura” per ridisegnare noi stessi e la società. Se l’IA crea, non ci resta che imparare a creare con lei.

Leggi l’articolo completo “L’AI ha fatto divorziare la capacità di agire e l’intelligenza: la nuova umanità secondo Floridi” su AI News.

Immagine generata tramite DALL-E 3. Tutti i diritti sono riservati. Università di Torino (09/10/2025).

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