Pechino ha recentemente pubblicato una tabella di marcia strategica che punta a rendere la Cina un leader globale nel settore delle interfacce cervello-computer (BCI) entro il 2030. Il piano, frutto della collaborazione tra sette ministeri, punta a portare le tecnologie chiave, come elettrodi, chip e sistemi integrati, a livelli avanzati entro il 2027, con particolare attenzione agli standard internazionali e all’applicazione clinica.
Nel silenzio (rispetto al clamore mediatico attorno a Neuralink di Elon Musk), la Cina ha sviluppato rapidamente tecnologie BCI invasive, semi-invasive e non invasive. Tra i progetti più avanzati c’è quello dell’Università di Nankai che impiega un innovativo elettrodo vascolare per il recupero motorio post-ictus. L’Università di Tsinghua, invece, ha impiantato chip sottocutanei che permettono a pazienti tetraplegici di azionare dispositivi esterni attraverso segnali neurali raccolti e interpretati dalle interfacce cervello-computer, traducendo l’attività cerebrale in comandi precisi per il movimento. Un altro progetto degno di nota è quello sviluppato da un team di Shanghai, consiste in elettrodi ultraflessibili ad altissima precisione, pensati anche per controllare robot intelligenti.
Il piano governativo prevede un sostegno completo alla filiera, dall’hardware al software, includendo robot chirurgici ad alta precisione, chip a basso consumo e sistemi di decodifica neurale basati su IA. Sono previsti incentivi economici, agevolazioni per il rimborso medico e standard industriali per facilitare la diffusione della tecnologia, con un focus su applicazioni cliniche, industriali e consumer.
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Immagine generata tramite DALL-E 3. Tutti i diritti sono riservati. Università di Torino (21/07/2025).
