Negli Stati Uniti, il 1° maggio, la Commissione bilancio del Senato ha affrontato la questione della disinformazione perpetrata dalle Big Oil sui danni ambientali dei combustibili fossili.
Il titolo dell’audizione, “Denial, Disinformation and Doublespeak: Big Oil’s Evolving Efforts to Avoid Accountability for Climate Change”, richiama il termine “doublespeak” coniato da George Orwell nel romanzo “1984”, sottolineando un linguaggio ingannevole e distorto.
Sono diversi gli esperti che evidenziano che i capitali investiti dalle principali aziende della Silicon Valley sull’IA e le relative prospettive di profitto possano essere equiparati a quelli delle grandi compagnie petrolifere. Di conseguenza, è plausibile ipotizzare che anche le Big Tech possano cercare di influenzare l’opinione pubblica a proprio vantaggio, celando eventuali rischi già presenti.
Guido Boella, vicerettore e cofondatore di SIpEIA, mette in luce la retorica ingannevole delle Big Tech sull’IA paragonandola a quella delle strategie di business delle Big Oil. Boella evidenzia diverse strategie retoriche adottate dalle grandi aziende tecnologiche, tra cui la focalizzazione su rischi esistenziali remoti, il soluzionismo tecnologico e il minimizzare ingiustizie esistenti, in cambio di una visione lungotermista del futuro.
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