Nel lontano 1958 faceva la sua comparsa nel mondo un’innovativa macchina, il Perceptron, sottolineando la prospettiva all’ora visionaria di macchine capaci di “camminare, parlare, vedere, scrivere, riprodursi e avere coscienza della propria esistenza”, secondo quanto citato dalla Marina degli Stati Uniti nel The New York Times. Tuttavia, più di sei decenni dopo, ci troviamo di nuovo a discutere sul progresso dell’Intelligenza Artificiale, con le stesse promesse di umanizzazione delle macchine. Ma cosa è davvero cambiato nel frattempo?
L’IA ha sempre attraversato un ciclo di crescita e declino sin dai suoi primi giorni. Sebbene siamo attualmente in un periodo di particolare fervore, molti sembrano dimenticare le delusioni del passato. Il Perceptron, ideato da Frank Rosenblatt, potrebbe essere considerato il precursore dell’IA moderna. Eppure, anche allora si sono riscontrati i limiti dell’IA, come la mancanza di contesto e di conoscenza appropriata che ha portato a risultati fallimentari, simili a quelli che vediamo ancora oggi.
Nonostante i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni, molti dei problemi fondamentali persistono ancora oggi. L’IA moderna, sebbene più avanzata e complessa, continua ad essere soggetta a limitazioni nell’interpretare il linguaggio e nel riconoscere il contesto.
Leggi l’articolo completo: We’ve been here before : AI promised humanlike machines – in 1958 su theconversation.com.

Immagine generata tramite DALL-E 3.

