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Magazine Intelligenza Artificiale: l'IA è più di quello che appare

Magazine Intelligenza Artificiale: l'IA è più di quello che appare

Impatto dell’IA sul lavoro intellettuale e sulla cultura umana

Autrice e robot umanoide che scrivono un libro

Un articolo pubblicato sul New York Times Magazine evidenzia come l’IA possa aumentare la produttività nello studio e nella ricerca, ma come possa anche, al tempo stesso, diventare sia la principale coautrice sia la principale lettrice di molti testi. Questa trasformazione implica che i libri, in futuro, potrebbero essere scritti più per macchine che per esseri umani. Se così fosse, la Dead Internet Theroy starebbe uscendo dall’Internet.

Il dibattito sulle conseguenze dell’IA si divide tra timori ontologici, ovvero che l’IA possa assomigliare fino a sostituire l’umano, e preoccupazioni economiche legate alla possibile disoccupazione intellettuale. Il primo timore viene giudicato infondato. Infatti, viene sottolineato che l’IA non possiede esperienza soggettiva, emozioni o coscienza. La seconda preoccupazione, invece, viene ritenuta più concreta.

Tuttavia, l’uso massiccio dell’IA riflette decisioni sociali e non un destino inevitabile. Impone una riflessione etica individuale sul rapporto tra uomo e macchina. Se l’IA consente di risparmiare tempo, è necessario chiedersi che cosa si perde in termini di profondità e valore del sapere. La crescente dipendenza dall’IA potrebbe infatti ridurre la scrittura e la lettura a operazioni funzionali e automatiche, rendendole sempre più prive di qualsiasi forma di riflessione e complessità.

Leggi l’articolo completo: L’Intelligenza artificiale sta trasformando la scrittura, la lettura e il ruolo dell’intellettuale, fino ad arrivare a una potenziale alienazione del sapere su rivistailmulino.it.

Immagine generata tramite DALL-E 3. Tutti i diritti sono riservati. Università di Torino (2025).

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