L’analisi di Alessandro Aresu nel libro Geopolitica dell’intelligenza artificiale intreccia il pensiero economico di John Maynard Keynes con le sfide poste dall’IA. La riflessione parte dalla celebre frase “nel lungo periodo siamo tutti morti”, utilizzata da Keynes per criticare la tendenza a rinviare le soluzioni ai problemi del presente verso un futuro incerto e incalcolabile. Questo concetto si traduce in un appello all’azione immediata, in quanto il presente è il tempo in cui è possibile esercitare una responsabilità effettiva.
L’accelerazione tecnologica, che Keynes chiama “disoccupazione tecnologica”, rappresenta un rischio. Infatti, vengono scoperti sistemi per risparmiare lavoro più velocemente di quanto si riesca a ricollocare i lavoratori. Questo tema, centrale nelle transizioni tecnologiche, evidenzia l’importanza di bilanciare progresso e inclusione.
Il pensiero di Keynes illumina il dibattito contemporaneo su come orientare l’IA verso un bene comune, evitando che diventi uno strumento di disuguaglianza o sfruttamento. La responsabilità collettiva è quella di mantenere un controllo etico e sostenibile, affinché la tecnologia serva l’umanità in modo equilibrato e lungimirante.
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