Recentemente, Mozilla si è trovata nel mezzo di un’ondata di critiche da parte degli utenti per via dei nuovi termini di utilizzo di Firefox. L’accusa è quella di non aver apportato alcun cambiamento nell’uso dei dati e che le modifiche puntano a chiarire il rapporto con gli utenti.
Più precisamente, l’aggiornamento è finito al centro delle polemiche per via del linguaggio definito “vago” che sembrava concedere a Mozilla ampi diritti sui dati inseriti dagli utenti. Le reazioni, tra cui quella di Brendan Eich, CEO di Brave, hanno alimentato il sospetto che l’azienda stesse preparando una svolta commerciale verso l’IA o la pubblicità.
Mozilla ha chiarito che l’informativa sulla privacy continua a regolare l’uso dei dati e che i contenuti generati con le funzioni AI non vengono inviati a Mozilla. L’azienda ha anche ribadito che la pubblicità su Firefox segue principi di tutela della privacy e che i dati condivisi con gli inserzionisti sono resi anonimi.
Il dibattito sulla formulazione ampia dei termini potrebbe spingere alcuni utenti a migrare verso altri browser, un rischio significativo per Firefox, che detiene solo il 2,54% del mercato globale.
Leggi l’articolo che segue i due punti: Mozilla responds to backlash over new terms, saying it’s not using people’s data for AI su techcrunch.com.
Immagine generata tramite DALL-E 3, 2025.
