Un conflitto squilibrato
La guerra commerciale avviata da Donald Trump risulta essere un conflitto sbilanciato in quanto gli Stati Uniti, principale economia mondiale con il mercato più aperto (anche per quanto riguarda il settore tech), rischiano meno rispetto ai loro partner internazionali. Gli USA, infatti, importano dagli altri più di quanto gli altri le comprino. Questo fa sì che, all’interno di queste dinamiche di ritorsioni, a perderci ancor più degli Stati Uniti siano tutti gli altri attori.
Tuttavia, sembrerebbe che l’imposizione dei dazi abbia sollevato critiche unanimi da economisti americani e dal mondo imprenditoriale, con il Wall Street Journal che la definisce “la più stupida guerra commerciale della storia”. Un esempio delle conseguenze economiche causate dai dazi già esistenti lo offre il settore tecnologico con il crollo delle azioni di Nvidia. Per quanto sia stato erroneamente attribuito unicamente al rilascio di DeepSeek, un modello AI particolarmente potente lanciato recentemente da una startup cinese, è innegabile che abbia incrinato la fiducia degli investitori statunitensi nei loro investimenti in big tech nazionali. Tuttavia, ad incrinare questa fiducia, è stata la velocità con la quale le aziende cinesi hanno iniziato a svilupparsi maggiormente, arrivando in fretta ed inaspettatamente a livelli che – da molti – sono stati paragonati a quelli dei chatbot di OpenAI, Microsoft e Google. DeepSeek è la rappresentazione di questo rapido progresso incentivato, inoltre, da una competizione interna, anch’essa conseguenza della chiusura degli Stati Uniti nei confronti della Cina.
Perché imporre nuovi dazi?
Ma allora perché Trump insiste con questi dazi? Forse, uno degli intenti è quello di spingere altre aziende ad investire nel proprio territorio. Ad esempio Taiwan ha recentemente annunciato un piano di sostegno per le aziende interessate a trasferire le proprie operazioni negli Stati Uniti, proprio in seguito ai nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump. Il Ministero dell’Economia di Taiwan, infatti, si presta nel fornire assistenza nell’individuazione di partner commerciali e informazioni su investimenti negli Stati Uniti, comprese le normative locali. L’iniziativa include anche il supporto dell’Istituto di ricerca sulla tecnologia industriale per promuovere collaborazioni in materia di ricerca e sviluppo.
La decisione segue l’introduzione di tariffe aggiuntive del 25% su importazioni da Messico e Canada e del 10% sui beni cinesi, che hanno destabilizzato i mercati e penalizzato le aziende taiwanesi con stabilimenti in Messico, tra cui Foxconn, Quanta e Inventec, che hanno registrato pesanti perdite in borsa.
Inoltre, con questa mossa Taiwan punta anche a ridurre la dipendenza economica dalla Cina, in un contesto di crescenti tensioni politiche e militari. Tra i principali investimenti taiwanesi negli Stati Uniti figura il progetto da 65 miliardi di dollari del produttore di semiconduttori TSMC per la costruzione di impianti in Arizona.
Effetti dei dazi sui mercati internazionali
I dazi imposti da Trump verso la Cina e le conseguenti tensioni commerciali in costante crescita tra Stati Uniti e Cina, sembrano aver incentivato anche altre alleanze strategiche, che evidenziano come le aziende degli altri paesi del continente asiatico stiano cercando di espandere la loro influenza nel settore dell’IA, senza entrare in conflitto diretto con le politiche commerciali americane o cinesi ma, anzi, sfruttando il contesto internazionale. Un esempio può essere rappresentato dalla collaborazione tra OpenAI e Kakao in Corea del Sud. Kakao è uno dei principali attori tecnologici in Corea del Sud e sta cercando di sviluppare soluzioni di IA avanzate, collaborando con OpenAI per beneficiare delle sue competenze nell’ambito della generazione del linguaggio naturale e della comprensione semantica. La Corea del Sud ha una stretta relazione commerciale con gli Stati Uniti, infatti ha cercato di mantenere una posizione relativamente neutra rispetto alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, concentrandosi sul proprio sviluppo tecnologico attraverso alleanze strategiche.
Inoltre, Altman ha anche affermato che molte aziende coreane saranno importanti contributori del progetto Stargate, una joint venture tra OpenAI e Oracle, sostenuta da Donald Trump. Tuttavia, Altman non ha voluto fornire ulteriori dettagli, affermando di voler mantenere riservate le conversazioni sulla partnership.
Vantaggi geopolitici
Anche la collaborazione tra SoftBank e OpenAI in Giappone può essere un esempio di come gli altri stati del continente asiatico tentino di espandere il proprio settore tecnologico, da un lato sfruttando queste tensioni tra Cina e Stati Uniti (inserendosi nel mercato in un momento in cui uno dei suoi principali competitor è in difficolta), dall’altro evitando possibili conseguenze e/o rallentamenti. Infatti, in un periodo in cui il Giappone sta cercando di rafforzare la sua posizione nell’ecosistema tecnologico globale, la partnership con OpenAI è un modo per accedere alle ultime innovazioni in IA senza dover affrontare le problematiche derivanti dalle politiche statunitensi verso la Cina.
Inoltre, il Giappone, essendo un alleato stretto degli Stati Uniti, ha un vantaggio rispetto ad altre nazioni asiatiche, come la Cina, nel poter collaborare con aziende tecnologiche americane senza incorrere nelle sanzioni economiche. SoftBank, attraverso la creazione della joint venture con OpenAI, sta cercando di ottenere un vantaggio competitivo nell’automazione aziendale e nell’IA, senza dover affrontare le barriere geopolitiche imposte alle aziende cinesi.
“Neutralità” commerciale
In entrambi i casi, queste collaborazioni mettono in evidenza la scelta di adottare una posizione di “neutralità” commerciale rispetto alle tensioni tra Cina e USA, dando vita a uno scenario in cui le aziende asiatiche, pur avendo legami con la Cina, cercano anch’esse di posizionarsi in un settore strategico come quello dell’IA. Queste dinamiche potrebbero contribuire a spingere Trump nel proseguire in questa direzione di chiusura verso la Cina (e non solo).
Ciò che emerge da questo quadro generale è che, da un lato, i dazi di Trump verso la Cina hanno spinto le startup del paese asiatico a svilupparsi più rapidamente e maggiormente, mettendo temporaneamente in crisi le IA americane più in voga (lo dimostra il caso DeepSeek). Tuttavia, dall’altro lato, nonostante la Cina sia il paese in testa nel continente asiatico per quanto riguarda il progresso nel settore tecnologico, gli altri stati del continente, come il Giappone e la Corea del Sud, sembrano preferire mantenere una posizione di neutralità e continuare a fare affari con gli Stati Uniti, puntando a diventare a propria volta leader del settore tech e AI asiatico.
L’aggiunta dell’India
Oltre alla Corea del Sud, al Giappone e a Taiwan, anche l’India tenta di inserirsi e affermarsi nel mercato tecnologico internazionale. Infatti, proprio questo mercoledì 5 febbraio, Sam Altman ha incontrato il ministro dell’IT Ashwini Vaishnaw. Nel corso di quest’incontro, avvenuto alla fine di un viaggio in Asia, composto da varie tappe e conclusosi a Nuova Dehli, e nel quadro di un evento con imprenditori e funzionari governativi, Altman ha sottolineato il potenziale del Paese come hub strategico per lo sviluppo dell’IA, ribaltando le sue dichiarazioni del 2023 sulla capacità dell’India di sviluppare modelli di IA su larga scala. Secondo Altman, oggi, l’India risulta essere il mercato internazionale più rilevante per la sua azienda, con una triplicazione degli utenti nell’ultimo anno.
Inoltre, il governo indiano puntava già da tempo a sviluppare modelli fondativi autoctoni e a incentivare l’uso di chip di fascia alta per l’IA generativa a costi ridotti, investendo nella missione IndiaAI. L’approccio prevede il coinvolgimento di startup e investimenti nel settore accademico.
Il confronto con la Cina
Sembrerebbe sia proprio stato il confronto con la Cina ad aver spinto l’India a superare lo scetticismo verso lo sviluppo di tecnologie AI avanzate. Oggi, con una capacità computazionale che comprende 15.000 GPU di fascia alta, il paese punta ad emergere come protagonista globale nell’innovazione AI, ora grazie anche alla potenziale collaborazione con OpenAI.
Questo avvenimento, oltre ad evidenziare la volontà dell’India di inserirsi nel mercato internazionale tecnologico, rivela e conferma anche il reale impatto della chiusura del mercato tech statunitense, rafforzata dagli ultimi dazi imposti da Trump. Infatti, nel corso dell’incontro a Nuova Delhi con Ashwini Vaishnaw, Sam Altman ha dovuto rassicurare gli sviluppatori e investitori sul futuro di OpenAI, agganciandosi a ciò per sottolineare l’importanza dell’ecosistema indiano per mantenere il primato nell’innovazione tecnologica.
Nuove alleanze strategiche in Asia
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina sta ridefinendo gli equilibri del mercato tecnologico globale, favorendo la nascita di nuove alleanze strategiche in Asia. Mentre i dazi statunitensi sembrano aver stimolato una rapida evoluzione del settore tecnologico cinese, rappresentata emblematicamente dal caso DeepSeek, gli altri attori asiatici sembrano aver optato per una strategia di neutralità commerciale, in tal modo da evitare le tensioni geopolitiche e rafforzare le proprie capacità tecnologiche. Corea del Sud, Giappone, Taiwan e India stanno consolidando partnership con aziende americane per accedere alle più avanzate innovazioni in materia di IA, manifestando l’intenzione di inserirsi nella corsa per diventare potenziali leader del settore in Asia.
Questa riconfigurazione del panorama tecnologico evidenzia anche che il protezionismo commerciale statunitense potrebbe star indirettamente accelerando lo sviluppo tecnologico asiatico, rendendo il continente sempre più competitivo a livello globale.
Leggi gli articoli completi:
Taiwan to help companies relocate to US following Trump tariffs su reuters.com.
Le vere cause della guerra commerciale su corriere.it.
India AI stack: Why Sam Altman’s visit to India matters su economitimes.indiatimes.com.
OpenAI’s CEO Touts Tripling of Users in Pitch to India Founders su bloomberg.com.
Immagine generata tramite DALL-E 3.

