Neuralink impianta il dispositivo BCI nell’ ottavo e nel nono paziente umano lo stesso giorno
Neuralink, la società di neurotecnologie fondata da Elon Musk, ha annunciato di aver impiantato il proprio dispositivo di interfaccia cervello-computer (BCI) nell’ottavo e nel nono partecipante umano nell’arco della stessa giornata. Entrambi i pazienti, secondo l’azienda, sono in fase di recupero e in buone condizioni.
Il chip N1 di Neuralink, presentato nel 2019, è progettato per tradurre i segnali neurali in comandi digitali e rappresenta una delle tecnologie più avanzate nel campo delle interfacce cervello-computer.
Neuralink aveva ricevuto il via libera dalle autorità statunitensi per i test sull’uomo nel 2023. Il primo impianto è avvenuto nel gennaio 2024 su un paziente tetraplegico, che è poi riuscito a tornare a giocare a scacchi e ai videogiochi.
L’ottavo paziente
L’ottavo partecipante impegnato nella sperimentazione delle interfacce cervello-computer (BCI) di Neuralink è Nick Wray, identificato come “P8” all’interno del progetto. A pochi giorni dall’attivazione del suo impianto, Wray ha condiviso la sua esperienza su X, ritenuta da lui positiva, sottolineando la sorprendente precisione e velocità di controllo digitale ottenute grazie al chip N1 Telepathy.
Wray ha descritto quello che definisce il ritorno a un livello di autonomia digitale mai raggiunto da anni, sottolineando la precisione e la velocità del controllo mentale sui dispositivi.
Nel suo racconto emerge l’entusiasmo per le possibilità future, inclusa la collaborazione con l’IA e la riconquista di abilità come, ad esempio, suonare la batteria. Wray, affetto da SLA, dichiara di considerare la possibilità di partecipare allo studio un’opportunità unica per superare i limiti fisici e contribuire alla ricerca sulla simbiosi uomo-macchina.
Il paziente numero 9
Audrey Crews è la nona donna a cui è stato impiantato un dispositivo Neuralink. Ha scritto il proprio nome su uno schermo usando esclusivamente il pensiero, dopo 20 anni in cui non era più riuscita a farlo manualmente. L’intervento, avvenuto presso l’University of Miami Health Centre, ha previsto l’inserimento di 128 fili nella corteccia motoria.
Il dispositivo, grande quanto una moneta da dieci centesimi e connesso via Bluetooth, non è in grado di restituire la mobilità fisica, ma consente un controllo telepatico dei dispositivi digitali.
Crews ha anche lei condiviso su X la sua esperienza, pubblicando una foto della sua prima firma scritta “telepaticamente”. Mostra la sua nuova capacità di scrittura, di disegno e di muovere il cursore sullo schermo attraverso la sola attività cerebrale. “Non era nei miei sogni più sfrenati, ma il futuro è qui”, ha commentato.
Crews ha poi iniziato a utilizzare il sistema anche per attività ricreative come, ad esempio, giocare a videogiochi di simulazione.
Come commenta Elon Musk
Elon Musk ha confermato il risultato del nono paziente, spiegando che Crews sta effettivamente controllando il computer attraverso segnali cerebrali. Anche il suo commento arriva sotto forma di un post su X in cui ricondivide quello della paziente, dichiarando: “She is controlling her computer just by thinking. Most people don’t realise this is possible.” (“Sta controllando il suo computer con la sola forza del pensiero. Molte persone non si rendono conto del fatto che sia possibile”).
Al momento i destinatari dell’impianto, inclusi i nuovi partecipanti, soffrono di lesioni al midollo spinale o sclerosi laterale amiotrofica (SLA). La sperimentazione è ancora nelle fasi iniziali e punta a valutarne la sicurezza e la funzionalità. Musk ha dichiarato l’obiettivo di impiantare il dispositivo in 20-30 persone entro la fine dell’anno sottolineando il potenziale rivoluzionario della tecnologia, immaginando applicazioni future per condizioni neurologiche più ampie.
Altri pazienti
Il quinto paziente a ricevere un impianto cerebrale Neuralink è un veterano militare rimasto paralizzato. L’intervento è avvenuto presso l’UHealth Tower della Miller School of Medicine dell’Università di Miami nell’ambito di una sperimentazione clinica approvata dalla FDA.
Nel caso di RJ, il chip ha già permesso di giocare a videogiochi e accendere la televisione solo con l’attività cerebrale. “Mi stanno restituendo la mia scintilla… il mio scopo”, ha dichiarato RJ.
Cosa ne è del paziente 0?
Dopo più di un anno dall’impianto del primo chip cerebrale di Neuralink, l’esperimento sembrerebbe aver mostrato alcuni limiti. Noland Arbaugh, il primo paziente paralizzato ad aver ricevuto il dispositivo, ha perso gran parte delle funzionalità inizialmente ottenute a causa del distaccamento degli elettrodi impiantati nel suo cervello.
L’intervento aveva previsto l’inserimento di 64 fili contenenti complessivamente 1.024 elettrodi, progettati per intercettare i segnali cerebrali legati al movimento e al linguaggio e trasmetterli a un computer. Per settimane, Arbaugh era riuscito a controllare un cursore sullo schermo semplicemente con il pensiero. Ma già dopo poco più di un mese, l’85% degli elettrodi si era scollegato, compromettendo in modo significativo le prestazioni del sistema.
Le cause sembrerebbero non essere legate a un malfunzionamento elettronico, ma a una reazione fisiologica inattesa. Il tessuto cerebrale avrebbe impiegato più tempo del previsto a guarire, generando micro-movimenti che hanno fatto slittare i fili, rendendoli inefficaci.
Non è un per sempre…
Nonostante le difficoltà riscontrate, Arbaugh ha deciso di proseguire con la sperimentazione. Il chip, nel suo caso, ha una durata operativa stimata di cinque anni, al termine dei quali verrà rimosso. A quel punto, Noland perderà nuovamente la possibilità di comunicare attraverso l’interfaccia neurale.
Il limite di 5 anni riguarda esclusivamente il protocollo clinico di questa sperimentazione, non la durata tecnica garantita del dispositivo in generale (che varia dai 5 ai 10 anni). Al termine del trial, il chip verrà rimosso o disattivato automaticamente, secondo quanto previsto dalle regole del PRIME Study. Non è specificato ancora se, successivamente, sia previsto il reinserimento di un altro chip. Sembrerebbe che ai pazienti successivi sia andata un pò meglio che a Noland, i dispositivi sono sempre più avanzati. Lui ne è a conoscenza e si è dichiarato contento nel sapere che la ricerca prosegue migliorando sempre di più, nonostante rimpianga il fatto di non poter essere dotato anche lui di quella tecnologia più avanzata rispetto alla sua.
Neuralink come Adamo ed Eva
Noland ha confessato a un giornalista del The Guardian di chiamare il suo chip Eva. «Neuralink e io siamo alla vigilia (in inglese si dice “eve”, crea un gioco di parole) di qualcosa di grande, quindi funziona perfettamente anche così. Anche perché […] Dio creò Adamo e, poi, diede ad Adamo un’aiutante, che è Eva. In questo scenario io sono Adamo ed Eva è la mia aiutante. Insieme maledissero l’umanità. Forse farò lo stesso, con Eva.»
Possibilità di hackeraggio
Noland si dimostra sempre piuttosto positivo circa queste tecnologie cerebrali, ma ne considera anche i possibili rischi futuri. Nel corso dell’intervista a cui ha partecipato per il The Guardian, infatti, racconta di temere possibili interferenze esterne, forme di controllo mentale o la possibilità che l’impianto possa indurre sensazioni, emozioni o allucinazioni artificiali.
Considerando che Elon Musk sta promuovendo una visione futuristica in cui Neuralink potrà scrivere segnali nel cervello per ripristinare funzioni motorie o potenziare capacità cognitive, un’eventualità di hacking può spaventare. Tuttavia, la tecnologia non è ancora evoluta al punto da consentire interventi del genere. Secondo alcuni esperti del settore quali, ad esempio, Andrew Jackson, professore di interfacce neurali presso l’Università di Newcastle e che ha lavorato ai primissimi neurochip già nel 2005, la realtà potrebbe essere molto più complessa.
Opinione degli esperti
Jackson, infatti, spiega che le interfacce cervello-macchina esistono già da decenni e che permettono già il controllo di bracci robotici o cursori da parte di persone paralizzate. Neuralink si distingue per l’elevato numero di elettrodi e la trasmissione wireless, certo, ma leggere contenuti mentali complessi rimane ancora un obiettivo da raggiungere. Inoltre, la variabilità tra cervelli rende difficile creare una “grammatica universale” del pensiero, come accade per il linguaggio.
Jackson, inoltre, sostiene che l’obiettivo di usare l’IA per comprendere i segnali neurali incontra ancora degli ostacoli. Uno di questi è che l’attività cerebrale è individuale e poco standardizzabile.
Scrivere nel cervello è un altro obiettivo che risulta ancora essere complicato. Secondo Jackson, infatti, le tecniche di stimolazione, come quella elettrica o l’optogenetica, non sono ancora abbastanza precise da riprodurre esperienze complesse.
Opinione di Noland Arbaugh
Sempre nel corso dell’intervista svolta per il The Guardian Noland spiega che, ad oggi, se qualcuno hackerasse l’interfaccia Neuralink del suo impianto cerebrale non otterrebbe molto. “Potresti riuscire a vedere alcuni dei segnali cerebrali, potresti vedere alcuni dei dati che Link sta raccogliendo e poi potresti controllare il mio cursore sullo schermo e farmi guardare cose strane, ma questo è tutto”, aggiunge.
Nel frattempo, la ricerca dell’azienda procede senza la trasparenza richiesta dagli standard scientifici. Neuralink, infatti, non ha registrato i propri studi su ClinicalTrials.gov e ha diffuso solo informazioni parziali, alimentando critiche da parte di esperti che parlano di “scienza da comunicato stampa”.
Non solo paralisi, anche cecità. Benvenuto occhio bionico
Neuralink sta partecipando a uno studio sull’occhio bionico che ha per obiettivo il ripristino della vista. Affianca l’Università della California, Santa Barbara, in una sperimentazione clinica su sette pazienti adulti. Ad alcuni di essi verrà impiantato un dispositivo Neuralink.
Il progetto, guidato dal Dott. Michael Beyeler del Bionic Vision Lab, ha per obiettivo quello di valutare l’efficacia di una protesi visiva basata sull’IA nella distinzione e nel riconoscimento di forme e schemi visivi, oltre che nella comprensione delle scene. Lo studio coinvolge anche l’Universidad Miguel Hernández de Elche in Spagna. Neuralink prevede entro fine anno il primo impianto del chip cerebrale Blindsight per ciechi totali.
Tante promesse ma risultati contenuti
Nonostante l’ottenimento della designazione di “dispositivo innovativo” dalla FDA, i risultati clinici restano limitati considerando che, dal lancio delle sperimentazioni nel gennaio 2024, sono stati riportati solo nove impianti riusciti, senza però alcuna applicazioni documentate per cecità o Parkinson. Così com’è successo per altre iniziative di Musk, anche in questo caso le promesse sono sempre molto ambiziose. Peccato che, come sempre, le tempistiche di sviluppo previste sembrano essere poco realistiche.
L’entusiasmo degli imprenditori
Alexandr Wang, fondatore di Scale AI e recentemente coinvolto nei progetti di superintelligenza di Meta, è talmente entusiasta del lavoro di Neuralink che ha dichiarato di non voler aver figli finché le loro interfacce cervello-computer non saranno sufficientemente avanzate. Perché di questa affermazione? In un’intervista al Shawn Ryan Show, Wang ha spiegato che, secondo lui, l’adozione precoce di queste tecnologie, in particolare nei primi anni di vita quando la neuroplasticità è massima, potrebbe offrire vantaggi straordinari nello sviluppo cognitivo.
Tuttavia, oltre a Neuralink ci sono anche aziende come Synchron, supportata da Apple, e Motif Neurotech, attiva nella cura della depressione, che stanno lavorando su tecnologie simili.
Previsioni per il futuro
Elon Musk prevede che Neuralink potrà impiantare chip cerebrali su 20.000 persone all’anno entro il 2031, con un potenziale fatturato annuo di 1 miliardo di dollari. Secondo documenti visionati da Bloomberg, l’azienda punterebbe a gestire cinque cliniche entro sei anni, proponendo tre dispositivi:
- Telepathy per la comunicazione cervello-macchina,
- Blindsight per la vista,
- Deep per trattare disturbi neurologici come il Parkinson.
Finora Neuralink ha raccolto 1,3 miliardi di dollari in investimenti, raggiungendo una valutazione di 9 miliardi. L’obiettivo a breve termine è quello di ottenere l’approvazione della FDA per Telepathy entro il 2029 e raggiungere i 2.000 impianti annui, con ricavi iniziali stimati per almeno 100 milioni di dollari.
Aneddoto della “piccola impresa svantaggiata”
Poco prima di ottenere una valutazione di mercato pari a 9 miliardi di dollari, Neuralink si è registrata come “Piccola impresa a svantaggio competitivo” presso la Small Business Administration (SBA) statunitense.
Questa designazione, solitamente, è riservata esclusivamente ad aziende controllate da persone considerate socialmente ed economicamente svantaggiate, può offrire accesso preferenziale agli appalti federali. La segnalazione è emersa da un documento datato del 24 aprile 2025, periodo in cui Musk ricopriva un ruolo di vertice nel Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) dell’amministrazione Trump.
Va riportato che un portavoce di Neuralink ha successivamente chiarito che la selezione della casella su SAM.gov sarebbe avvenuta per errore e che l’azienda non ha mai ricevuto fondi pubblici. Il documento riportava come referente Jared Birchall, gestore del patrimonio personale di Musk.
La Cina sfida Neuralink con Beinao-1
La Cina sta rapidamente colmando il divario con gli Stati Uniti nella corsa alla tecnologia delle interfacce cervello-computer (BCI). Anzi, secondo esperti statunitensi come, ad esempio, Maximilian Riesenhuber della Georgetown University, la Cina sta non solo recuperando ma anche diventando competitiva nel settore.
Una paziente cinese affetta da SLA è recentemente riuscita a comunicare il pensiero “Voglio mangiare” grazie a Beinao-1, un chip impiantato nel cervello e sviluppato dalla startup NeuCyber NeuroTech, incubata presso il Chinese Institute for Brain Research (CIBR).
Il dispositivo, semi-invasivo e wireless, ha già coinvolto cinque pazienti in sperimentazioni umane. Il team, guidato dal neuroscienziato Luo Minmin, prevede di impiantarlo in altri 50-100 pazienti entro l’anno. Il chip cinese registra segnali da più aree cerebrali anche se, per ora, con una precisione minore rispetto a Neuralink. In compenso, l’approccio meno invasivo permette un minor rischio chirurgico.
Immagine generata tramite DALL-E 3. Tutti i diritti sono riservati. Università di Torino (19/07/2024).
Fonti:
China is catching up to the US in brain tech, rivaling firms like Elon Musk’s Neuralink su edition.cnn.com.
Elon Musk’s brain chip was put in a patient at Miami-area hospital. What to know su miamiherald.com.
Elon Musk’s Neuralink filed as ‘disadvantaged business’ before being valued at $9 billion su cnbc.com.
Elon Musk’s Neuralink joins bionic eye study su seekingalpha.com.
Elon Musk’s Neuralink implants brain-computer device into ninth participant su euronews.com.
Elon Musk’s Neuralink predicts 20,000 brain-chip implants a year by 2031 su qz.com.
Elon Musk put a chip in this paralysed man’s brain. Now he can move things with his mind. Should we be amazed – or terrified? su theguardian.com.
Elon Musk reacts as Neuralink recipient writes her name using only thoughts after 20 years: ‘This is possible’ su hindustantimes.com.
Goodbye to controlling PC with your thoughts: first man to wear Musk’s Neuralink chip suffers accident su en.as.com.
Neuralink: brain hacking is exceptionally hard, no matter what Elon Musk says su theconversation.com.
Paralyzed Veteran Surgically Implanted with Neuralink Device at The Miami Project to Cure Paralysis su news.med.miami.edu.
Paralysed woman writes her name after 20 years, thanks to Elon Musk’s brain chip su interesting engineering.com.
Paralysed woman writes her name for the first time in 20 years after having Elon Musk Neuralink chip implant surgery su news.com.au.
Scale AI’s Alexandr Wang Says He Wants His Future Kids to Use Neuralink su businessinsider.com.

