Riccardo Gallotti, fisico della complessità di FBK e coautore dello studio pubblicato su Nature Human Behaviour che dimostra come GPT-4 è più convincente degli esseri umani nei dibattiti spiega le ragioni che sanno alla base di questa tesi.
In base allo studio, difatti, emerge come GPT-4 convince nel 64,4% dei casi quando ha informazioni personali basilari (età, sesso, scolarizzazione, orientamento politico), dati che lasciamo ovunque sui social. A partire da ciò, l’IA adatta strategicamente i suoi argomenti: con un repubblicano enfatizzerà, ad esempio, la crescita economica, con un democratico, invece, parlerà di riduzione disuguaglianze.
Secondo Gallotti, il segreto del successo dell’IA sta nella razionalità. Come afferma, “L’IA non ha carisma ma ha intelligenza. In un dibattito accademico, la logica batte l’intuizione emotiva”. Gli umani, d’altro canto, tendono a essere emotivi e a raccontare storie, risultando perciò meno convincenti.
Per evitare manipolazioni su larga scala su temi politicamente sensibili, Gallotti ha lanciato il progetto europeo AI Trust contro la disinformazione, proponendo di creare “anticorpi” AI che rilascino contro-messaggi automatici per stimolare il pensiero critico. Questa è, dunque, secondo il fisico, la sfida per i ricercatori, che, per via della chiusura da parte delle piattaforme social verso l’accesso ai dati, faranno molta fatica a studiare la diffusioni delle disinformazione in un’ottica di prevenzione.
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