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Magazine Intelligenza Artificiale: l'IA è più di quello che appare

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AIxGirls: ragazze e tecnologie contro il gender gap

AI Girl

Un’esperienza immersiva nelle tecnologie emergenti

A fine luglio si è svolta la quarta edizione del progetto AixGirls, ospitata al SIAF, Scuola Internazionale di Alta Formazione a Volterra, frequentata da venti ragazze, selezionate da tutta Italia, a conclusione della quarta superiore.

Si tratta di una full immersion di una settimana nelle nuove tecnologie, AI e data science, cogliendone aspetti etici e pratici, in un approccio multidisciplinare, come già raccontato per l’edizione precedente (1).

Il progetto è promosso da Daxo Group insieme all’associazione Donne 4.0, e quest’anno ha avuto come sponsor principale Lavazza Group, insieme a Iveco Group e Fibercop.

Questa edizione ha confermato molte delle caratteristiche già emerse negli anni precedenti, con alcuni passi avanti significativi sul piano dell’inclusione.

Le selezione non viene fatta in base a indirizzi di studio specifici, ma valutando la media scolastica, la conoscenza dell’inglese, l’eventuale partecipazione precedente a iniziative STEM e le motivazioni della candidatura.

La provenienza regionale delle ragazze ha interessato tutta l’Italia, se consideriamo le diverse edizioni, compreso il sud, con l’unica eccezione della Calabria, da cui anche quest’anno non è arrivata non solo nessuna partecipante, ma neanche delle candidature.

In compenso, per la prima volta sono state selezionate ben tre ragazze con background familiare migratorio, originarie del Perù, Bangladesh e Tunisia, segno di una crescente apertura del progetto a storie e percorsi differenti.

Inclusione e diversità: un passo avanti

La composizione delle partecipanti è risultata particolarmente bilanciata: metà provenienti dai licei scientifici e metà dagli istituti tecnici e professionali. Questo equilibrio ha arricchito il confronto, portando in aula approcci e competenze complementari.

Quest’anno ho riscontrato un salto di qualità nella consapevolezza nell’identificare l’importanza di contrastare il divario di genere come una delle motivazioni alla base della loro candidatura.

Se nell’edizione del 2024 solo tre delle ragazze avevano indicato la necessità di superare il gender gap digitale, nel 2025 è stato uno dei temi più citati. Otto ragazze hanno parlato in modo esplicito di gender gap e disparità nelle STEM, quattro vi hanno fatto riferimento indiretto, citando la scarsa presenza femminile o delle ricercatrici come loro modello. Solo otto non l’hanno menzionato, concentrandosi su motivazioni individuali legate a passione e orientamento. Quindi in totale, ben dodici candidate su venti (60%) hanno richiamato, in forma diretta o indiretta, la questione del divario di genere. Ciò indica una consapevolezza diffusa tra le partecipanti, anche se con diversi gradi di approfondimento: da riflessioni molto mature fino a cenni impliciti legati alla rappresentanza femminile.

La consapevolezza del gender gap cresce

L’anno scorso le tre ragazze che avevano considerato il tema provenivano da un percorso di studi tecnici, e dunque avevano già sperimentato l’essere minoranza rispetto ai colleghi maschi, sentendo il desiderio di vivere un’esperienza in un contesto diverso.

Quest’anno il notevole aumento di consapevolezza è risultato indipendente dal tipo di percorso scolastico.

Notevoli le considerazioni riportate: “Nonostante io abbia i voti più alti della classe, quando si parla di chi sia ‘il più bravo’, la risposta ricade sempre su un mio compagno maschio. Questa dinamica è frutto del sistema patriarcale: non è una questione di merito, ma di percezione”, dove il vissuto personale è stato collegato a una questione strutturale. Analogamente “credo nel potenziale delle nuove tecnologie come strumento per abbattere il gender gap e costruire un futuro più equo” testimonia già un’attenzione matura verso l’impatto sociale, che ho constatato nella mia lezione su bias e intelligenza artificiale, in cui è nato un fitto confronto che è andato ben oltre la mera consapevolezza dell’esistenza degli stereotipi.

Questo cambiamento nelle ragazze rispetto agli anni precedenti, seppur su un campione che non ha una valenza statistica, può essere letto come una tendenza effetto delle politiche educative nazionali, in particolare dell’attuazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sulle STEM. Sono stati infatti destinati nella Missione 4, Componente 1, Investimento 3.1 “Nuove competenze e nuovi linguaggi”, circa 750 milioni per rafforzare le competenze in matematica, scienze, tecnologia e digitale. L’investimento ha coinvolto diverse migliaia di istituti scolastici, che hanno dovuto aggiornare i propri PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) per integrare curricoli STEM, digitali e multilinguistici. Le linee guida ministeriali (DM 65/2023) hanno sottolineato esplicitamente la necessità di pari opportunità e parità di genere come criteri trasversali nella progettazione didattica e nelle attività di orientamento. Le prime ricadute sono state: laboratori extracurriculari dedicati, progetti di coding e robotica inclusivi, azioni di orientamento mirate a ridurre gli stereotipi di genere.

Politiche educative e primi risultati concreti

In questo contesto, il fatto che oltre la metà delle ragazze di AIxGirls 2025 abbia richiamato il tema del gender gap nelle motivazioni della candidatura può essere letto come un risultato concreto di queste politiche. Ora sarebbe importante che questa azione educativa divenga strutturale.

Tornando alla nostra settimana, la parte applicativa, oltre a prevedere una visita ai laboratori dell’hub sull’intelligenza artificiale dell’Università di Siena, ha visto anche quest’anno le ragazze protagoniste della costruzione di cinque “project work”, presentati nell’hackathon finale, sempre di ottima qualità tecnica, centrati su tematiche a forte valenza sociale e ambientale, come l’educazione sugli obiettivi dell’Agenda 2030, la corretta alimentazione e il turismo sostenibile per citarne alcune.

Project work e impatto sociale

Uno dei messaggi che intendiamo trasmettere è la presenza di tante donne formatrici in ruoli chiave, che  dimostra, concretamente, che la competenza femminile nel settore dell’intelligenza artificiale esiste e deve esser più visibile, oltre che ampliata.

Un ruolo importante continua ad essere giocato dalle ambassador, cinque ragazze che hanno frequentato una delle edizioni precedenti e che ritornano per accompagnare le nuove e anche testimoniare direttamente la loro esperienza nel percorso di studi.

In questo modo la community delle ragazze che hanno frequentato le diverse edizioni si consolida con una relazione diretta fra le partecipanti di ogni anno.

Come Donne 4.0, oltre a incentivare la loro futura iscrizione all’associazione, stiamo monitorando i loro percorsi, sottoponendo loro anche un questionario che ci restituisce quanto questa esperienza abbia inciso nelle loro scelte. I risultati sono molti gratificanti. Una netta maggioranza, più dell’80%, ha scelto ingegneria o una disciplina STEM, fra cui parecchie medicina, dichiarando che la loro decisione è maturata anche grazie a AixGirls. Le altre che hanno optato per una materia umanistica avranno comunque una conoscenza basilare di quello che è il mondo dell’intelligenza artificiale, in cui come abbiamo più volte ribadito sono fondamentali anche competenze non tecniche. Ciò potrà aumentare significativamente la presenza femminile in questo settore. Questo è un altro dei messaggi forti del nostro progetto.

Una community che cresce e lascia il segno

Un aspetto altrettanto rilevante è che circa il 40% delle ragazze ha dichiarato che l’esperienza ha avuto un impatto positivo sulle proprie amicizie.

Questo significa che il camp non offre soltanto conoscenze tecniche, ma anche relazioni: una dimensione collettiva che diventa parte integrante del percorso formativo.

Apprendimento e socialità si intrecciano, dimostrando la validità del modello AIxGirls come esperienza di crescita sia personale che comunitaria.

Immagini generate tramite ChatGPT. Tutti i diritti sono riservati. Università di Torino (2025).

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